I fatti di Roma del 15 ottobre 2011

In un momento di crisi – in cui servirebbero provvedimenti coraggiosi, drastici e incisivi – la protesta civile è necessaria come il pane.

Il mio chiodo fisso è il costo della politica, diventato pesantissimo. È un iceberg, la cui punta ammonta a 24 miliardi di euro l’anno. Poi c’è la parte sommersa ed è noto che il 90% del volume di un iceberg rimane sotto la superficie marina (nascondendosi ai nostri occhi).

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Costituzione di carta

Quale è il principale problema dell’Italia? E’ – secondo me – che la Costituzione non esiste più. E’ diventata un pezzo di carta, noto, per giunta, a una esigua minoranza di cittadini.

Irrita sentir parlare di modifiche alla Costituzione. A mio giudizio si potrà parlare di modifiche alla Costituzione solo dopo che l’attuale sarà stata compiuta, se non pienamente almeno in significativa percentuale.

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Il crollo di Barletta

Prendendo spunto dal crollo di una palazzina a Barletta (avvenuto il 3 ottobre 2011 e che ha causato la morte di 5 donne, tra le quali una ragazza quattordicenne) voglio affrontare, per sommi capi, la questione della sicurezza strutturale in Italia. E’ ovvio che l’argomento richiederebbe più spazio e una serie di apporti multidisciplinari. Mi limiterò, allora, a qualche riflessione, con una sincerità che rasenterà il cinismo.

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L'Antitrust risponde

In un contributo dell’arch. Antonio Sassone (riportato nella sezione “riforma delle professioni”) si auspicava un intervento dell’Antitrust in merito al D.P.R. 13 agosto 2011, n. 138. Questo intervento c’è stato e Antonio Catricalà (Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha espresso delle osservazioni sul D.P.R. 13 agosto 2011, n. 138, evidentemente affinché se ne tenga conto in provvedimenti legislativi futuri, riguardanti la riforma delle professioni.

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Dipendenti, pensionati e professionisti soccorrono l'università italiana

L’università italiana non attraversa (per dirla eufemisticamente) uno dei suoi periodi migliori. Con il trascorrere del tempo sempre più docenti vanno in pensione e non sono tutti ed adeguatamente rimpiazzati. Si ha sempre più difficoltà ad attivare tutti i corsi universitari che servirebbero. L’età media dei docenti universitari (ordinari, associati e ricercatori) supera i 50 anni.

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