Una buona notizia

Il 12 aprile 2011 è stato intitolato ad Antonio Iannello un belvedere a Via Manzoni, quasi ad angolo con Via Orazio.
L’Arch. Antonio Iannello (23 marzo 1930 – 2 maggio 1998) meritava questo riconoscimento. Anzi, meriterebbe di più.
Fu presidente della sezione napoletana (dal ‘73) e campana (dal ‘76) di Italia Nostra, nonché segretario nazionale (dall’85).
Francesco Erbani ha scritto un libro su Iannello, intitolandolo «Uno strano italiano. Antonio Iannello e lo scempio ambientale». E’ un libro che merita di essere letto. Era “strano” Iannello? Per certi versi si, ma io lo definirei l’«ultimo cavaliere», un solitario combattente, che – da solo – ottenne risultati esaltanti, nella tutela del patrimonio storico e ambientale dell’Italia e della Campania in particolare. Lo ricordo, per strada, con il suo inseparabile borsello stracolmo di documenti. Ho avuto a che fare con Iannello in due o tre occasioni, apprezzandone la tenacia e l’onestà intellettuale.
Di Iannello, di questi tempi, se ne sente la mancanza. Quando qualche collega si lamenta del fatto che non riesce ad aggregare altri nelle battaglie sacrosante che vorrebbe intraprendere, non posso fare a meno di ricordare Antonio Iannello e, a volte, di dire: «C’era una volta un architetto che, da solo, riusciva a condurre battaglie epiche e ad ottenere risultati strabilianti». Assolutamente non era per Lui il motto «armiamoci e … partite». Era, viceversa, capace di “partire” da solo (e se gli altri si aggregavano era fatto secondario).
In fondo mi sta bene che – invece di una strada – gli abbiano intitolato un belvedere, dal quale si gode una splendida vista di quella città che Lui ha tanto amato.

 

 

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