Premio di Architettura «Bruno Viglione»

Nel momento storico che ci è toccato di vivere – caratterizzato da una crisi i cui prodomi si avvertivano molti anni orsono e che è insorta, in tutta la sua virulenza, in tempi recenti – ci sono stati degli eroi che con tenacia hanno continuato a seguire i loro principi nella palude nella quale erano costretti a vivere. Si tratta, a volte, di eroi semisconosciuti, semplici, forse sognatori, ma che hanno dimostrato di essere dei giganti perché non hanno avuto paura di continuare a essere se stessi e hanno rifiutato la seduzione delle sirene di una società sempre più contaminata da pratiche clientelari e familistiche. Senza le storture che non riusciamo a scrollarci da dosso, questi piccoli grandi Uomini, avrebbero avuto le sacrosante soddisfazioni; solo se ci fosse stato un po’ di riconoscimento del merito. Tra questi eroi bisogna annoverare Bruno Viglione, Architetto di vigoroso estro creativo, di grande sensibilità e di una coerenza di vita che lo rendeva “personaggio” unico e irripetibile. L’associazione campaniArchitetti ha ritenuto doveroso ricordalo, con un non celato fine egoistico: trarre dall’omaggio e dal ricordo di Bruno Viglione la forza dell'ottimismo e della speranza in un futuro migliore, caratteristiche che Lui seppe conservare fino all’ultimo.

E’ rilevante il fatto che un’associazione costituita da valenti Avvocati – che promuove e sostiene, con risultati assai apprezzabili, la ricerca e le iniziative culturali-scientifiche miranti alla riaffermazione dei diritti lesi – abbia ritenuto di istituire una Borsa di Studio intitolata a Bruno Viglione, il cui impegno sociale era a tutto campo e travalicava il limite della categoria professionale degli Architetti. Là sta il punto: Viglione ha sempre creduto che la professione di Architetto (se correttamente esercitata) rivestisse un importante ruolo sociale. Viglione si è mosso, nel suo percorso umano, credendo che l’Architettura potesse concorrere, in prima linea, a cambiare il mondo. La poliedricità della Sua figura, superava i limiti della progettazione architettonica, per sconfinare nei settori della Pittura, della Musica, del generoso e instancabile impegno volto a costruire una società migliore per tutti. Architetto, insomma, come uomo di Cultura ma anche come soggetto caratterizzato da un forte impegno sociale.

Un ringraziamento va alla associazione culturale «Camera di Giustizia» di Napoli (quel gruppo di Avvocati che ha istituito un premio intitolato al nostro Collega) per avergli intestata – come si diceva poc’anzi – una Borsa di Studio. E, adesso, l’associazione campaniArchitetti colma una lacuna, con un premio di Architettura intitolato a Bruno. Si tratta, per noi, di un gradito dovere.

Il concorso bandito riguarda la sistemazione dell’area dell’ex mercatino rionale di Fuorigrotta. In altre parole, l’intervento interessa l’area di via Cerlone, compreso la porzione di strada ora chiusa che congiunge l’ultimo tratto di via Canzanella Vecchia con via Metastasio, dove attualmente ha sede la nuova area adibita a mercato rionale di Fuorigrotta.

Il concorso è stato organizzato con cura. C’è un primo premio di 3000 € e un secondo di 1500 €. Si organizzerà (è ancora tutta da definire) una cerimonia di premiazione.

Un sentito ringraziamento va rivolto (per primo) all’Ordine degli Architetti PPC di Napoli, che ha fattivamente sostenuto l’associazione nel bandire il concorso, anche fornendo il nome di un componente del Comitato Organizzativo, nella persona del Consigliere Arch. Maria D’Elia, che ha fornito un prezioso contributo per la migliore definizione del bando. Né vanno dimenticati gli sponsor, che – insieme all’Ordine degli Architetti – coprono i premi: l’Axer e la Palladio e, in misura più lieve, la Blindofer e la Meridionale Alluminio. A queste Ditte che, in un momento non felice per l’economia italiana, hanno voluto concorrere per la costituzione dei premi in danaro, il ringraziamento è sincero e sentito.

Il bando di Concorso è passato al vaglio di più Architetti e prezioso è stato, anche, l’apporto dell’Arch. Linda Di Porzio, attuale Segretaria dell’Ordine.

Il Concorso è patrocinato dalla Provincia di Napoli, dal Comune di Napoli – X Municipalità, dalla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli, dall’Ordine degli Architetti PPC di Napoli e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli. Anche a questi Enti va un doveroso ringraziamento. Intensa è stata la collaborazione con la X Municipalità ed, in particolare, con il Consigliere Fabio di Nunno (entrato a far parte del Comitato Organizzativo del concorso).

Non può essere taciuto, infine, l’impegno profuso dal Presidente di campaniArchietti, Arch. Marina Lala, per la buona riuscita dell’iniziativa (in particolare, per aver portato brillantemente a termine la non facile operazione di trovare gli sponsor, giacché, a Napoli, si dice «senza soldi non si cantano messe»). Su «Il Mattino» di ieri (6 febbraio 2012) è apparso un bellissimo pezzo che anticipa il concorso (un piccolo scoop, a dimostrazione dell’attenzione e della sensibilità del quotidiano cittadino).

Si tratta di un concorso d’idee e, purtroppo, non vi è alcuna garanzia che il progetto vincitore possa essere realizzato. Pur tuttavia, l’associazione assicura, sin da adesso, che spingerà a che il progetto vincitore possa – seppure in un futuro non prossimo – avere speranza di essere, in tutto o in parte, realizzato. Per troppi anni, a Napoli, si è, giustamente, concentrata l’attenzione sul Centro Storico (ancora bisognoso di interventi di tutela attiva) dimenticando e abbandonando al loro destino una periferia degradata e degradante, ma anche pezzi di città non più propriamente “periferici”, a seguito dell’espansione edilizia avutasi mezzo secolo fa. Non vi è dubbio che sia giunto il momento di mettere mano sui quartieri periferici di Napoli, per i quali la necessità di intervenire già rappresenta una prepotente urgenza.

Mi piace credere che questa iniziativa possa attivarne altre, fino ad innescare un processo che risollevi le sorti di Napoli, vedendo gli Architetti napoletani (troppo spesso messi da parte dalle cosiddette archistar, che hanno fatto tutto e di più in questa città, mentre gli Architetti locali erano costretti ... a guardare) partecipare attivamente ad una non più procrastinabile rinascita napoletana. Emblematico, allora, è un premio intitolato ad un Architetto napoletano, che ha avuto un’attività professionale limitata, nonostante le Sue qualità e i Suoi meriti.

Si avvierà questo processo di rinascita? Dipende prevalentemente da noi.

L’associazione campaniArchitetti fu costituita il 5 febbraio 2007, con atto del Notaio Nicola Angelone. L’atto costitutivo e lo Statuto sono stati depositati presso l’Ufficio del Registro, l’associazione è costituita con atto pubblico. Si ricorda che solo con un atto pubblico è possibile, per un’associazione, chiedere il Riconoscimento e diventare quindi “Persona Giuridica”. Fu comunicata all’Ufficio delle Imposte Dirette l’avvenuta “nascita” del nuovo soggetto, ottenendo un codice fiscale. Pertanto l’associazione è legalmente costituta, in maniera ineccepibile, avendo osservato tutti gli adempimenti legali e burocratici. Vigono regole democratiche: in 6 anni di vita, si sono avvicendati alla Presidenza ben 4 architetti, il Direttivo si è sovente rinnovato, non solo non esiste un padre padrone, ma esiste una norma statutaria che comporta la perdita dell’elettorato passivo (per 2 anni) quando si sono cumulate 3 presenze nel Direttivo (e ciò, ovviamente, garantisce il necessario ricambio). Le “incrostazioni”, in questi consessi, sono deleterie.

I giovani dovrebbero dare vita a iniziative analoghe, ad associazioni (meglio se costituite con tutti i crismi della legalità e, quindi, adottando regole democratiche) puntando sulla qualità e non sulla quantità. Sono ridicole quelle associazioni che millantano l’appartenenza, a volte, di migliaia di inconsapevoli iscritti (che non versano un solo centesimo di euro di quota associativa) e tutto diventa una farsa, una macchina che gira a vuoto e macina e frigge aria.

E’ certamente difficile far nascere e far vivere un’aggregazione del genere. Come tutte le cose umane anche un’associazione avrà un inizio e avrà una fine (Giovanni Falcone diceva la stessa cosa della Mafia). Poi, un’associazione avrà, inevitabilmente, periodi migliori e periodi peggiori. Ci potranno essere momenti di contrasto e altri di convergenza. Una sola cosa è certa: se i giovani non trovassero momenti di aggregazione e di impegno, il loro futuro sarà assai triste. E non tutti sono come Bruno Viglione, che – da solo – seppe fare scintille, condurre una esistenza intimamente appagante ed essere ricordato sia da chi si occupa di Architettura, sia da chi si occupa di Diritto, in quella particolare ottica di difendere i diritti lesi e produrre, quindi, una crescita civile della società, sostenendo i più deboli.

 

             Bruno Viglione (4 ottobre 1949 – 2 maggio 2005)

 

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